Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/156

Da Wikisource.
154
Orazio. a due Oh oh, che sento mai!1
Cecchina.
Lindora. Mi son quella, furbazzo,

Che t’ha vendù quei abiti
Co ti finzevi d’esser un pitocco,
E quella scagazzera... 2
Cecchina. A me questo? Guidona,
Aspettami che vengo.
Lindora. Vien pur, che za t’aspetto.
Te vói maccar el muso.
Orazio. Presto, presto, fermate.
Cecchina. Eccomi. ’
Lindora. Vien avanti.
Orazio. Vi fate svergognar dagli ascoltanti.
Lindora. Questo qua xe mio mario.
Cecchina. Egli è ancora fratei mio.
Orazio. Tutte due ragione avete.
Che volete?
Lindora. Che ti vegni a star con mi.
Cecchina. Che tu resti voglio qui.

Orazio. a tre La volete mai finir?
Lindora. La volemio
Cecchina. La vogliamo
Orazio. Meglio è dunque, donne care,

Che torniamo in compagnia.

Lindora. a due Con culìa no voggio star.
Cecchina. Con colei non voglio
Orazio. Dunque addio,

Lasciatemi andar.
Lindora. Oe fermève.
Cecchina. Non partite.

Lindora. a due Senza vu non voggio star.
Cecchina. Senza voi non voglio
  1. Zatta: Come! che sento mai!
  2. Merdosa: v. Boerio.