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IL FILOSOFO 323
Quel che moglie non ha, non può sperare.

Anselmo. Voi dite ben.
Lesbina.   (Comincia a vacillare). (da sè, con gioia1
Ma chi vuoi prender moglie.
Deve pria innamorarsi.
Anselmo. In questo passo voi la fallate assai.
Vi son de’ maritati,
Che non s’erano pria veduti mai.
Lesbina. Sì, ma in tal matrimonio,
Più d’un tenero amor, v’entra il demonio.
Che val somma ricchezza,
Che vale ogni grandezza.
Se l’amore non v’è?
Anselmo.   (Questo studente
Nella scuola d’amor è un gran sapiente).
Lesbina. Concludiamola dunque.
L’amore è una virtude
Che anima si può dir di tutto il mondo.
Ei fa l’uomo giocondo,
Gli reca in dolce guisa
Conforto ne’ travagli, e nelle gioie
Moltiplica il piacer. Aman le piante,
Aman le belve ancor, aman le pietre.
Più di tutto insensate,
E voi, che siete un uom, voi non amate?
  L’agnellino ama l’agnella,
  Ama il toro la torella,
  L’usignolo in sua favella
  Va dicendo: Ardo d’amor.
Anselmo. Amico, tai ragion m’avete detto,
Ch’io già vinto mi rendo.
Lesbina.   Or ricordatevi
Del vostro gran scongiuro, e innamoratevi.
Anselmo. Difficile cred’io

  1. Questa didascalia c’è solo nell’ed. Zatta.