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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/342

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340 PARTE PRIMA
Donna nata fra i boschi. Il sesso nostro

Ha un certo natural costume antico,
Che della vanità fu sempre amico;
Io non son già la prima
Che a spese d’un merlotto
Cambiasse condizion. Tante e poi tante,
Ch’erano femminaccie1 da dozzina,
S’hanno ingrandito coll’altrui rovina.
Tutto il suo consumò per mia cagione
Il semplice Cardone; anzi non solo
Dissipò i beni sui,
Ma s’ingegnò di consumar l’altrui 2.
Ora ch’egli è mendico,
Processato dal foro, e ch’è ridotto
All’ultima malora 3,
Sarei ben pazza a coltivarlo ancora.
Eccolo: oh com’è brutto!
E pur mi parve hello;
Or che non ha dinar 4, non è più quello.
Vuò ritirarmi: seguimi, Mingone;
Non dubitar, non vi sarà divario:
Se non Cardone, io ti darò il salario. (si ritira

SCENA II.

Cardone mal vestito, e detti ritirati.

Cardone. Per pietà, chi mai m’insegna

  Qualche asilo, qualche albergo?
  Buona gente...
  (Parlo al vento, alcun non sente):
  Fate un po’ la carità5.
Eccomi alfin ridotto

  1. Nell’edizione di Genova, 1742, è stampato: feminuccie.
  2. Ed. genovese: gli altrui.
  3. Nel testo: mal’oro.
  4. Ed. genovese: donar.
  5. Anche questi ultimi versi derivano dalla Contadina astuta.