Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/403

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Italiani di quel tempo. Il nostro Roccaforte (a qualunque paese appartenga, poichè il Goldoni per prudenza non lo fa sapere) non è più l'antico Capitano dei comici dell'arte, divenuto alla lunga noioso: anche se da principio fa la voce grossa: "Io son quell’uom terribile - Che tutti fa tremar", il Settecento lo ha ingentilito e assalta con gaia galanteria il cuore delle donne. Il Goldoni ci dipinge la leggerezza del suo carattere, ma lo rende in qualche punto simpatico. Ha la filosofia del soldato. Ambisce alla gloria militare: "Amano i pari miei - Con eroica fortezza - Prima la gloria e poscia la bellezza". Per lui Bellinda stessa vestesi da soldato, diventa eroica: "Son franca, son forte. - La guerra, la morte - Timor non mi fa". Egli obbedisce sopra tutto all’onor militare ("Amante, è ver, ma buon soldato io sono"), ma non respinge la donna fedele, nè sarà più tardi un marito rustego. Umile cosa artisticamente il Quartier fortunato: tuttavia non merita disprezzo e la lettura riesce anche oggi, almeno in parte, piacevole.

A Firenze fu esumato, non si sa da chi, e rappresentato nel carnevale del 1802 con musica del maestro Stefano Cristiani:

IL QUARTIER FORTUNATO | ̆ossia | LA PACE | Dramma Giocoso per Musica | D’un atto solo | Da rappresentarsi in Firenze nel R. Teatro | degli infuocati | Posto in Via del Cocomero | Nel Carnev. dell’A. 1802. | Sotto la protezione di s. m. lodovico i | Infante di Spagna ecc. | Firenze, 1802. - Nella Stamp. di Gius, di Giovacch. Pagani e Comp. (in-8 piccolo, pp. 18. - Il libretto si trova nella Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna).

Ai due personaggi principali furono aggiunti quelli dei due servi, cioè Lesbina e il soldato Fiascone. Naturalmente il testo riuscì alterato, ma il fondo è quello stesso. Quale fosse l'esito non sappiamo, nè chiediamo: certo il Quartiere fortunato ricadde tosto nell’ oblio.

G. O