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512 PARTE PRIMA
Ippolito. Veramente per solito

Soglio venir da me; ma questa volta
Con voi, mio caro amico,
Dividere ho voluto
Quel piacer ch’altre volte mi ho goduto.
Fabrizio. Oh quanto mi fa bene
L’aria della campagna.
A che ora si magna?
Ippolito. Oh, oh, per tempo
Vi sovviene il mangiar! Mancano forse
Poche ore al mezzodì?
Fabrizio. E fino allora s’ha da star così?
Ippolito. Berrem la cioccolata.
Fabrizio. Eh a cosa servono
Queste sciocche bevande?
Vonn’essere vivande: per esempio,
Si potrebbe pigliar per colazione
Una zuppa nel brodo di un cappone.
Ippolito. Bene, ma poi a pranzo
Non potrete mangiar.
Fabrizio. Io? Compatitemi,
Mi conoscete poco.
So ch‘avete buon cuoco1;
Si metta pure a lavorar di core,
Che m’impegno con voi di fargli onore.
Ippolito. (Costui, a quel ch’io sento,
Venuto è a diluviar).
Fabrizio. Con buona grazia. (in atto di partire
Ippolito. Dove andate?
Fabrizio. In cucina.
Ippolito. Ed a che fare?
Fabrizio. Vado a sollecitare,
Perchè non posso più; sono a digiuno

  1. Nel testo: coco.