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528 PARTE SECONDA
Rosina. Ohibò, pensate,

Lo vado ora a quietar, non dubitate. (parte
Cecchina. Non vi prendete pena,
Tutto si scorderà stassera a cena.
Ippolito. Orsù, parliamo d’altro.
Mi ricordo stamane
Che voi detto mi avete
Delle belle parole, e certi segni
Veduti ho in quel visetto,
Che mi parvero allor segni d’affetto.
Cecchina. I segni del mio volto
Provengono dal cor.
Ippolito. Se fosse vero...
Cecchina. Ancor ne dubitate?
Questo, signore, è un torto che mi fate.
Ippolito. Cecchina, io non ho moglie.
Cecchina. Ed io non ho marito.
Ippolito. Bisogno ho di governo.
Cecchina. Ed io di compagnia.
Ippolito. Dunque, ragazza mia, cosa pensate?
Cecchina. Tocca parlare a voi.
Ippolito. Dunque ascoltate1:
  Siete bella, e graziosetta
  M’ispirate in seno amor.
  Ma vi credo un po’ furbetta.
  Ho di voi qualche timor.
Cecchina.   Siete caro, ed amoroso,
  Voi avete un nobil cor.
  Ma se siete un po’ geloso,
  Gelosia tormenta ognor.
(a due Io vorrei e non vorrei;
Fra l’amore ed il timore
Il mio cor dubbioso è ancor2.

  1. Nel testo si trova stampato nel mezzo della riga che segue: a 2.
  2. Nel testo: dubbioso ancor.