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88 PARTE PRIMA
Giacinto. Bella, poichè la sorte

Seconda il desir mio,
Permettetemi ormai ch’a voi palese
Faccia il mio nome e il grado mio discopra
Astrologo non son, ma cavaliere:
Io Giacinto m’appello, ed in fortune
E in nobiltade alcun non mi sorpassa;
V’amo, v’adoro e vi desio per sposa.
Se mi siete pietosa,
Sarete fortunata, ed io felice;
Non temete il tutor; fuor d’ogni intrico
Io levarvi saprò, so quel che dico.
Rosalba. Signor, mi sorprendete....
Giacinto. Non v’è tempo da perdere:
Triticone ritorna,
Dite pur se aggradite l’amor mio.
Rosalba. Gradisco l’amor vostro, e v’amo anch’io.
Ma Triticon....
Giacinto.   Tacete.
Leggete questo foglio,
Fate quel ch’ei vi dice, e non temete.
Triticone. Ebben, Rosalba mia, siete contenta?
Rosalba. Sì signor, contentissima.
Triticone. Vi ha detto cose buone l’indovino?
Rosalba. Non mi potea predir miglior destino.
Triticone. (Il negozio va bene,
L’astrologo eccellente
Certo che all’amor mio la persuase).
Amico.
Giacinto.   Mio signor.
Triticone.   Quest’è una doppia;
Se pagato non siete,
Della mia protezion sempre godrete.
Giacinto. Pagato, pagatissimo.
Servitor mio padron, servo umilissimo.