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128 ATTO PRIMO
Gazzetta. Oh che muso badial da cicisbeo!

Lindoro. Finalmente un mercante
Non è poi tanto vii.
Conte.   Tutti son vili
A paragon di noi. Le genti basse
Sono invidiose, prosontuose, o ladre.
Lindoro. (Bella risposta ottenirà mio padre). (parte

SCENA VIII.

Il Conte, poi Pancrazio.

Conte. Costui che mai vorrà? Avrà bisogno

Della mia protezione;
Protegge tutti il conte Baccellone.
Pancrazio. M’inchino al signor conte.
Conte.   Addio, mercante.
Pancrazio. (Bel complimento!)
Conte.   Dite, che volete?
Baciatemi la veste, ed esponete.
Pancrazio. (Maledetta superbia!) Grazie, grazie,
Di un onor così grande io non son degno.
Conte. Io son chi sono, e pur d’ognun mi degno.
Pancrazio. Effetto di bontà; dunque in buon grado
Accetterà un’offerta, o per dir meglio
Un’istanza, ch’io porto...
Conte.   Eh no, dovete
Una supplica dir.
Pancrazio.   Come comanda.
Conte. Offerte a me? Sarebbe un’insolenza.
Pancrazio. (Adesso adesso io perdo la pazienza).
Conte. Su via parlate, via, che non ho tempo
Da perdere con voi.
Pancrazio.   Tosto mi sbrigo.
Voi avete una figlia.