Vai al contenuto

Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/141

Da Wikisource.

133

ATTO SECONDO.

SCENA PRIMA.

Strada remota.

Pancrazio e Lindoro.

Pancrazio. Figlio, l’abbiamo fatta bella.

Lindoro.   Il dissi,
Che negata l’avria.
Pancrazio.   Negarla è il meno,
Ma i strapazzi, le ingiurie? Ah giuro al Cielo,
Sofferirle non vuò.
Lindoro.   Che s’ha da fare?
Che pensate di far?
Pancrazio.   Lascia per ora
D’amoreggiar colei; poscia col tempo
Penseremo la via di vendicarci.
Lindoro. Ah caro padre, eccomi a’ vostri piedi.
Pancrazio. T’intendo, gran tormento
Ti darebbe il lasciarla un sol momento.
Non è così?
Lindoro.   Pur troppo è ver; ma quello
Che mi tormenta più, si è la promessa
Fattagli che verranno
Da Milano le prove in quantità
Della mia simulata nobiltà.
Pancrazio. Oh grande amor di padre! Oh bel ripiego
Mi suggerisce a tuo favor la mente!
Vanne, attendimi in casa; anch’io fra poco
Vi giungerò.
Lindoro.   Ditemi, a qual partito
D’appigliarvi pensate?
Pancrazio.   Io nulla ancora
Ti voglio dir. Va via curioso. Oh quanto,