Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/34

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26 PARTE SECONDA
  Suol morir con appetito.

  Chi sta troppo sussiegata
  Disprezzata - ognor sarà.
  La catena altrui soave
  E l’usar finezze a tempo,
  Ma chi sta sempre sul grave,
  Odio solo imprimerà. (parte

SCENA IV1.

Arsinoe sola.

Ah, se mi toglie il Cielo

La dolce compagnia del caro sposo,
Tolgami ancor la vita;
Egli dell’amor mio fu il primo oggetto,
Ei l’unico sarà mio dolce affetto.
  Tortorella a cui tolse la morte
  L’infelice diletto consorte,
  Finchè il duolo riserbala in vita,
  Piange sempre, nè più si marita,
  Per serbar al suo sposo la fè.
  Idol mio, se di te resto priva,
  Finché vuole il destino ch’io viva,
  Più conforto al mio core non v è. (parte

SCENA V2.

Atrio magnifico con archi e statue.

Bellide e Carino.

Bellide. Maritino mio caro,

Or che uniti ci siamo in matrimonio,
Non vuò più che serviamo;

  1. Nell’ed. Valvas. è sc. VIII.
  2. Sc. IX nell’ed. Valvasense.