Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/393

Da Wikisource.

IL NEGLIGENTE 385
Se non ci andate voi1, ci anderò io.

  Deh non fate ch’io vi chiami
  Crudo padre, e dispietato;
  Del mio core innamorato
  Deh, movetevi a pietà.
  Lo sapete s’io fui sempre
  Rassegnata ed umil figlia;
  Ma l’affetto or mi consiglia,
  Nè so dir quel che sarà.

SCENA X.

Filiberto, poi Pasquino.

Filiberto. Cancaro! dall’amante

Risoluta si porta? andar conviene.
Ma se sto tanto bene,
Perchè ho da levarmi?
Eh, per ora non voglio incomodarmi.
Pasquino. Son qui, signor padrone.
Filiberto. Ecco un altro tormento,
Non mi lasciano in pace un sol momento.
E ben, che cosa ha detto?
Pasquino. Chi?
Filiberto.   Il causidico mio.
Pasquino.   Non l’ho veduto.
Filiberto. Perchè?
Pasquino.   Perchè un po’ tardi
A Palazzo, signor, sono arrivato,
E il causidico già se n’era andato.
Filiberto. Non importa, stassera
L’andrai trovar a casa 2.
Pasquino. Signor sì3.

  1. Nelle edizioni del Settecento: c’andate.
  2. Così correggono Tevernin e Zatta. Ed. Fenzo: L’andrai a casa a ritrovar.
  3. Così correggono Tevernin e Zatta. Nell’ed. Fenzo e in altre: Gnor sì.