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IL NEGLIGENTE 393
Aurelia.   Inparate, o donne care,

  Che vi pare? non fo bene?
  Or si ride, ed or si sviene.
  Un la mano, e l’altro il cor.
Cornelio.   (E quel pazzo se lo crede,
  Non s’avvede dell’inganno.
  Queste donne, affé, ne sanno
  Di bugie più d’un dottor).

SCENA III.

Filiberto e Cornelio.

Cornelio. Andate, signor mio,

Aurelia è offesa, e sono offeso anch’io.
Filiberto. Io credea... Compatite.
Cornelio. Orsù, perchè non dite
Ch’io venga in casa vostra a far l’amore,
Io vi son servitore. (vuol partire
Filiberto.   No, sentite.
Cornelio. Io della vostra lite
Avevo poste ben le cose a segno,
Ma vado adesso a rinunziar l’impegno.
Filiberto. Ah per amor del Ciel, non vi stancate
Di essermi protettor.
Cornelio.   Già l’avversario
Si era posto in spavento,
E trattava con me l’aggiustamento.
Filiberto. Volesse il Ciel che fossimo aggiustati;
Palazzisti, avvocati
Mai più trattar vorrei;
E goder la mia pace anch’io potrei.
Cornelio. Andate voi dal Conte
La cosa a terminar.
Filiberto.   Ma non potreste
Consumare l’affar tra voi e lui?