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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/422

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414 ATTO TERZO
Filiberto. Quanto dice il contratto?

Corneuo. Trentamille ducati.
Filiberto.   Eh, siete matto.
Corneuo. Tal è l’aggiustamento
Sottoscritto da voi.
Filiberto.   Come!
Lisaura.   Che sento!
Cornelio. Convien pagare, o da una nuova lite
Sarete travaglialo.
Filiberto. Io sono assassinato,
Son mandato in malora.
Ecco lo scrigno con le chiavi ancora.

SCENA ULTIMA.

Dorindo; Porporina e Pasquino che restano in disparte.

Dorindo. Fermatevi, signor, che nulla tiene

Quel vostro bel contratto.
Ai quanti è stipulato?
Cornelio. Stamane fu firmato.
Dorindo. Questo è del giorno d’ieri.
Cornelio.   E che contiene?
Dorindo. Un’ampia donazione
Che fa di tutto il suo
Filiberto alla figlia.
Quest’istrumento il giorno d’ieri è fatto;
Onde non va di questo dì il contratto.
Cornelio. La lite tornerà...
Dorindo.   Non ho paura;
So ch’ell’è un’impostura.
Signor, siete ingannato: (a Filiberto
Cornelio e ser Imbroglio v’han gabbato.
Filiberto. Che siate benedetto! e qual mercede
Posso darvi, signor?