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IL FINTO PRINCIPE | 431 |
Quattr’alme innamorate oggi consola.
Roberto. Il piacer che in petto io sento
Sempre più maggior si rende,
Nel mirar che sia contento
Il mio core e l’altrui cor.
Penerei nel mio diletto,
Non sarei felice appieno,
Se mirassi in egual petto
Sfortunato eguale ardor1. (parte
SCENA V.
Dorinda e Cleante.
Che langue in sulle piume
Presso al fin della vita,
Vo2) per le doppie nozze
L’assenso ad impetrar.
Dorinda. Se il vostro affetto
Egli vien a scoprir, darà il congedo
A noi, ch’ospiti siam da sì gran tempo.
Cleante. Non temer; io son figlio, io tutto posso
Sul di lui cor. Morto Ferrante, invano
S’opporrà di Rosmira
Agli imenei col tuo german Roberto;
Applaudirà delle due suore al cambio;
Congiunti diverran due prenci amici,
E noi lieti sarem, sarem felici.
* Pien d’ardir, costante e forte,
Non pavento alcun cimento;
Il rigor d’avversa sorte
Son avvezzo a disprezzar.