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IL FINTO PRINCIPE 433
Al povero padron ch’è stato ucciso;

Voi avete il suo viso,
Tutta la sua andatura;
Avete il suo parlar, la sua statura.
Floro. E quest’abito poi, ch’è un di quelli
Ch’egli portar solea, questa parrucca
Ch’era fatta per lui, più facilmente
Il principe farà ch’io sia stimato.
Crocco. È Ferrante, diran, risuscitato.
Floro. Buon fu per noi, ch’essendo
Gli ultimi de’ suoi servi,
Andar di dietro a tutti ci toccò,
E la vita e la roba si salvò.
Crocco. Ma che pensate far, caro fratello?
Non vorrei che il cervello
Aveste, come il viso, ereditato
Dal padron, ch’era pazzo ispiritato.
Floro. Vuò veder se mi riesce un colpo bello.
Sai che il prence Ferrante
Venia a sposar la principessa, ed io
Sposar dovea Lesbina. Or, se mi riesce
La padrona ingannar, la vuò per me;
E la serva, se vuoi, sarà per te.
Crocco. Uh, uh, che diavol dite:
Sposar la principessa?
Commettere volete un sì gran fallo!
Quest’è un spropositaccio da cavallo.
Floro. Tenti invan sconsigliarmi;
Voglio imprincipessarmi;
E giacchè principesco
Mi ha fatto aver il viso la mia sorte,
Voglio una principessa per consorte.
Crocco. Ma se scoperto siete,
Per lo men ve n’andate
Con cento principesche bastonate.