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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/481

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IL FINTO PRINCIPE 473

SCENA VIII.

Floro, poi Crocco.

Floro. Oh, sarei un gran pazzo

Perder sì bella gioja!
Quegli occhi così neri 1,
Quei labbri imporporati,
Vagliono 2 più di cento principati.
Ma che fu di Lindora? Ecco opportuno
Crocco, che a me sen viene..
Crocco.   Amico, io sento
A mormorar di noi; meglio è che andiamo,
Pria che scoperti e bastonati siamo.
Floro. Tutto andrà ben, tutto sarà aggiustato,
Se tu accettar non sdegni
Oltre alcuni diamanti e ricche spoglie,
Duemille scudi ed una bella moglie.
Crocco. Un gran pazzo sarei se ricusassi
Così bella fortuna.
Ma ditemi, di grazia, chi è la sposa?
Floro. Fra poco lo saprai.
Crocco.   Oh questa è bella!
Io vuò, s’ho da sposarla,
Conoscerla, vederla e contemplarla.
Floro. Bella o brutta che sia,
Pensa a’ due mille scudi e a tutto il resto3
Che sposandola avrai, se non sei stolto.
Crocco. Andiamola a sposar, che ho già risolto.
Floro. Segui a dir che sei Floro.
Crocco. 9Eh, lo dirò.
Floro. Sposala, e non temer.
Crocco.   La sposerò.

  1. Ed. Guibert e Orgeas di Torino: Quegli occhi sì neri; Zatta: Quegli occhietti sì neri.
  2. Zatta: Valgono.
  3. Nelle edd. Guibert - Orgeas e Zatta è stampato solo: Pensa a’ due mille scudi..