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IL POVERO SUPERBO 329
Son bella, lo vedete,

Son buona, il proverete; e poi, e poi,
Pare che nata apposta io sia per voi.
Pancrazio. Grazie, grazie, madama. Io mi ricordo
Assai ben la lezione.
Madama.   Replicatela.
Pancrazio. Diceste, che volevi1
Piante da seminar nel giardinetto.
Madama. Il diavol che vi porti! I
Parlai del matrimonio progettato.
Pancrazio. Della figliuola mia non ho parlato.
Madama. Ma scusate, Pancrazio,
Questa maniera vostra è assai incivile;
Non son donna sì vile,
Che meriti per scherno esser trattata
Con sì poca creanza.
Pancrazio.   Oh Ciel! Madama
Mi torni a replicar ciò ch’ella brama.
Madama. V’ho detto di sposarvi.
Pancrazio.   Oh bene, oh bene!
Madama. Ma con patto però, che mi lasciate
In libertà di far ciò che mi piace.
Pancrazio. Oh brava, oh brava! viveremo in pace.
Madama. Di mode e servitù farò provvista 2;
Io vo’ gioie e carrozza,
E come s’usa in oggi dalla gente,
Io doppio voglio il cavalier servente.
Pancrazio. Abbiatene anche tre, nulla m’importa.
Madama. Nel teatro vuò palco,
E vuò conversazione
Tre giorni almen la settimana.
Pancrazio.   È giusto,
Madama ha ben ragione, io ci ho3 gran gusto;
E poi...

  1. Così il testo.
  2. Testo: provista.
  3. Testo: c’ho.