Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1930, XXIX.djvu/364

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362 ATTO PRIMO
Conte. Uditemi, fattore...

Contessa.   Udite me.
Conte. Quest’è la mia ragion...
Contessa.   Ragion non c’è...
No, per la parte sua, non c’è ragione.
Ho promesso a Mingone
Dorina cameriera, e a lui vuò darla.
Vorrebbe maritarla,
L’adorabile mio signor consorte, (con ironia
Con Titta suo staffiere,
Per mirarla vicina a suo piacere.
Masotto. Se la cosa è così... (al Conte
Conte.   No, non è vero.
Vuò darla al mio staffiere,
Perchè meglio con lui starà Dorina;
Affé, la poverina,
Sposandosi a Mingone,
Prenderebbe in marito un bel birbone.
Masotto.   Se la cosa è così... (alla Contessa
Contessa. Non è per questo;
Ma perchè è innamorato,
Pensa render lo stato
Della donzella mia ricco e felice.
Masotto. Se la cosa è così... (al Conte
Conte.   Mente chi il dice.
Contessa. Una mentita a me?
Masotto.   (La guerra è accesa).
Contessa. Una mentita a me? Non son chi sono,
Se non so vendicarmi.
Conte. Meno caldo, signora.
Masotto.   (All’armi, all’armi).
Contessa. O che Dorina sposerà Mingone,
O io, ve lo prometto,
Dividerò, signor consorte, il letto.
Masotto. Eh no, signora...