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donna; e m’attirava in modo irresistibile quella sua serenità emanante dalla persona miserrima, quella sua fede veemente alla quale l’anima si riscaldava come ad una fiamma spirituale, m’attirava quella sua virtù di consolazione inesauribile.

— Voi conoscete l’arte d’esser felice.

— È facile. Basta dimenticarsi nella felicità altrui.

— Io non sento l’umanità. Non amo il mio prossimo.

— Ma voi e il vostro prossimo siete la stessa cosa. L’anima....

— Non credo nell’anima, voi sapete!

— Non è vero. Voi credete, perchè soffrite di non credere. Come non credere nell’unica cosa certa, nella sola realtà che abbiamo in noi, più certa di qualsiasi realtà fisica, più palese — che so io? — della rotondità della Terra, dell’infinità dello Spazio? Perchè ridete? No, non ridete, caro! Non farò della teosofia. So che la detestate. Vorrei farvi parte delle cose che sono il mio bene, ecco tutto! Ragioniamo; — Miss Eleanor mi prese le mani, le mantenne nelle sue, fissandomi con tenerezza più intensa, — ragioniamo, voi che amate il nudo ragionamento. Ecco le nostre mani che si stringono oggi. Non saranno più quelle che s’in-