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Torino d'altri tempi | 157 |
e l’Italia non era: quale, quale commozione che non so dire!
— E souma inteis, — conclude Sua Maestà senza alzare gli occhi dalla lettera.
E la lettera è del genero lontano, Antonio Clemente Duca di Sassonia, è dello sconosciuto signore che attende in terra barbarica la giovinetta soave. Dice: “.... il en coutera sans doute à la sensibilité de Madame la Princesse de s’éloigner de ses illustres parents et d’une famille qui doit lui être chère mais je mettrai tant d’attention à faire, diversion à ses soucis et a m’attirer sa confiance et son estime que je me flatte de lui adoucir l’amertume de cette separation....„
Ma la bela madamin?
Passo nel Gabinetto Cinese attraverso le sale di raso cilestre, cremisi, salice, fragola, canarino dell’appartamento della Regina, sosto nei corridoio persiano ad ascoltare i commenti di due Dame! “Un amore! un amore!„ Si parla di lei; è dunque vicina. Eccomi nel Gabinetto delle Miniature nella Galleria Pompeiana: un profumo acutissimo m’annuncia il penetrale del fiore riposto. E sulla soglia sosto abbagliato