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Garibaldina 27


— Suo marito?

— Precisamente.

La signora Ortensia s’alzò, staccò dalla parete una fotografia colorita: camicia rossa, naturalmente, ma un volto non garibaldino, nonostante la chioma e la barba stilizzata; un bel tipo siciliano, bruno, dagli occhi profondi.

— Mah! Era destino che il compagno della mia vita mi piovesse di lassù.

E la vecchia signora accennò al soffitto a grosse travature.

Pensai certo che essa volesse alludere ai disegni imperscrutabili della Divina Provvidenza.

— Si creda in un Dio o in un Fato soltanto, tutto piove di lassù, cara signora.

— Ma no, lei non m’ha capito. Mio marito è veramente piovuto di lassù in questa sala. E ho fatto la sua conoscenza così. Senza di questo non ci saremmo sposati mai.

Guardai la vecchia signora, con qualche inquietudine.

— Le ho detto che io ero orfana e che fui allevata da mio zio, un sacerdote d’antico stile, ligio al passato, con tricorno, codino e calzaretti: un cuore d’oro, al quale devo tutto, ma che m’ha amato a suo modo, tenendomi prigioniera fino a vent’anni e che io ho amato a mio modo, tormentando la sua vecchiaia con