Pagina:Gozzano - La via del rifugio, 1907.djvu/52

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«...nel marzo avremo un lavoro — alla Fenice, m’han detto — 60
nuovissimo: il Rigoletto; si parla d’un capolavoro. —

«...azzurri si portano o grigi? — E questi orecchini! Che bei
rubini! E questi cammei?... — La gran novità di Parigi...

«...Radetzki? Ma che! L’armistizio... la pace, la pace che regna... 64
Quel giovine Re di Sardegna è uomo di molto giudizio! —

«È certo uno spirito insonne... — ...e forte e vigile e scaltro! —
«È bello? — Non bello: tutt’altro... — Gli piacciono molto le donne...

«Speranza!» (chinavansi piano, in tono un po’ sibillino) 68
«Carlotta! Scendete in giardino: andate a giuocare al volano!»

Allora le amiche serene lasciavano con un perfetto
inchino di molto rispetto gli Zii molto dabbene.


Oimè! Chè, giocando, un volano, troppo respinto all’assalto, 72
non più ridiscese dall’alto dei rami d’un ippocastano!

S’inchinano sui balaustri le amiche e guardano il Lago,
sognando l’amore presago nei loro bei sogni trilustri.

«...se tu vedessi che bei denti! — Quant’anni? — Vent’otto. 76
— Poeta? — Frequenta il salotto della Contessa Maffei!»

Non vuole morire, non langue il giorno. S’accende più ancora
di porpora; come un’aurora stigmatizzata di sangue;

si spenge infine, ma lento. I monti s’abbrunano in coro: 80
il Sole si sveste dell’oro, la Luna si veste d’argento.