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i tesori di golconda 137

babbuccie ricurve, scimitarre cesellate e gemmate, veli tinti pur ora e tesi ad asciugare al vento, leggeri come la nube che si sfalda, vivi di tutte le tinte più delicate; profumi, essenze contenute in alti vasi suggellati o in barattoli dalla forma singolare, segnati di lettere cabalistiche. E fiori, fiori in abbondanza, piramidi di magnolie, di ibischi, di rose decapitate che i mercanti vendono a peso, come i frutti, e che la folla infilza per via, improvvisando la ghirlanda quotidiana più necessaria del pane; strana folla che vive di colori, di profumi, di sogno, d’apparenza! Come siamo lontani da Bombay, da Calcutta, dalle grandi città della costa, dove già si sovrappone ed impera la nostra pratica attività occidentale!

L’Inghilterra concede al regno d’Haiderabat — un regno vasto tre volte l’Italia — l’illusione di un’esistenza indipendente. Ma quale indipendenza può godere uno stato continentale, custodito intorno da una cerchia di terre britannizzate, pronte all’invio d’un esercito sterminato! Il Nizzam, sovrano d’Haiderabat, sa che invece di armati, l’Inghilterra manda sacchi di grano e