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144 | i tesori di golconda |
non è remotissima; Golconda fioriva ancora nella metà del settecento, quando era di moda in Europa il racconto d’avventure, le roman merveilleux, quando vi giunse profuga Madama Angot per tentare con la sua bellezza occidentale le stanche voglie dei sultani decrepiti.
Profanazione dei ricordi! La grazia tracotante della pescivendola parigina mi perseguita mentre il professore mi commenta le vicende epiche e i monumenti famosi.
— Quella moschea immensa è la Mecca, così chiamata, perchè è una copia esatta del santuario arabo che il Sultano Car-Alpur volle riprodotto nella sua città; quella che innalza i suoi minareti sul più alto contrafforte è la «Moschea dell’ultimo grido» perchè destinata alla preghiera disperata, quando i nemici avessero già invase le mura....
— Ma come si poteva espugnare una città come questa?
— Fu espugnata. Troppo si parlava delle ricchezze di Golconda. Aurangseb, imperatore di Delhi, le mosse guerra nel 1787 e l’espugnò nel 1790. La città fu saccheggiata, il popolo passato a fil di spada,