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Cawnepore, 16 febbraio.

Remember Cawnepore!

Per anglomania, per rivalità d’infinite caste, per interessi naturali e morali l’India non vuole e non può sollevarsi. Guai se potesse, guai se volesse! La misura è già stata data una volta; la razza bionda sa quale sangue scorra nelle vene di questi indiani dal sorriso abbagliante di fanciulla timida, dallo sguardo mansueto sotto le ciglia tenebrose; e ricordano, come si ricorda nella calma dei secoli, il furore sotterraneo della terra malfida. E v’è un luogo fra tutti, in India, dove l’ansia d’ogni cuore britanno si volge come a un cratere. Come a un cratere e come a un mausoleo: il più tragico che la disperazione dei sopravissuti abbia elevato mai sull’ecatombe dei suoi fratelli caduti.

Remember Cawnepore! Non so staccare gli occhi dalla targa di cristallo che ha conservato, dopo cinquant’anni, le due pa-