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l'olocausto di cawnepore 229

solo soffrire, ma far soffrire; e la storia del mondo c’impone questo dovere crudele: fare agli altri il male che è fatto a noi. La repressione salì a tal segno che in Inghilterra stessa, alla Camera, vi fu chi si alzò gridando: — Ricordatevi che quelli erano turchi e bramini e che noi siamo cristiani!

E la pietà cristiana ha convertito in un giardino il luogo del massacro.

Ho visitato i giardini delle Memorie (Memorial Gardens) e non è traducibile a parole il senso che si prova tra quelle ruine fiorite, la vibrazione che ha l’anima passando dal brivido dello sdegno a quell’indulgenza ineffabile che assolve di tutto. Vicino al forte William sorge la chiesa commemorativa, sacra al nome di tutte vittime. Le ruine dell’edificio che fu prima un lupanare indigeno, poi un macello di donne e di bimbe inglesi, sono ora coronate di clematidi, di liane, d’orchidee, e custodite intorno da una ringhiera di ferro, come i luoghi memorabili e sacri.

Il Fatal Weell, la cisterna ottagonale dove furono precipitati i corpi palpitanti, fu lasciata com’era, mascherata soltanto da