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96 la marfisa bizzarra

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     All’apparir di qualche sposa nuova,
come al zimbel si calan gli uccellini,
un torrente di popolo, una piova •
correva, ed eran capi i paladini.
Ad un l’abito piace, un non l’approva,
o il guernimento o il merlo o gli ermellini.
Sul color non moderno molti l’hanno;
grand ’argomenti e gran dispute fanno.
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     Avino, Avolio, Ottone e Berlinghieri
eran gfiudicator di prima istanza;
gli appelli de* perdenti cavalieri
Astolfo decideva per usanza;
e conveniva ceder volentieri,
che l’opporsi ad Astolfo era increanza.
Di color, di buon gusti e guernizioni,
fu il duca delle buone opinioni.
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     A tutte l’altre spose nel vestire
quel di Marfisa diede scaccorocco;
e il portar della maschera e il gestire,
tutto diceva ai cor: — Guarda, ch’io scocco.
Si rise sol, veggendo comparire
Terigi che pareva un anitrocco;
e benché avesse addosso un gran tesoro,
non sapeva portarlo con decoro.
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     Mentre per la Ruet scorre il torrente,
è capitato un cocchio sulla piazza,
ch’avea dentro un garzon molto avvenente:
del resto non si dá cosa piú pazza.
Un cavai magro, adagio, sonnolente
tira da un lato e si ferma e scacazza;
dall’altra parte il tiratoio tirava
uno staffiere, e sudava ed ansava.