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188 la marfisa bizzarra

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     Sentendo il mormorio de’ susurroni
e Io sparlar contro Marfisa amica,
aveva detto a parecchi: — Bricconi
e della caritá gente nimica! —
Poi per andare a far le ammonizioni,
si fece portar via ’n una lettica,
e le stimate fece con le mani,
giunta a Marfisa, e disse: — Ho degli arcani.
20
     Cara figliuola mia, tutto il paese
discorre che Terigi t’ha piantata.
Ma poco stimo il fatto del marchese:
piú mi trafigge l’altra intemerata;
che mille lingfue serpentine accese
t’hanno assai malmenata e screditata.
Si fanno sopra te discorsi orrendi,
come se fosti qualche... tu m’intendi.
21
     Queste imprudenze, questi nascondigli,
il voler a tuo modo senza freno,
le lettere amorose, i tuoi puntigli
per certi Filinor sono un veleno;
e désti a sospettar sino a’ conigli,
e a dir ch ’è il tuon, dove appare il baleno.
Io ti difendo, ma una lingua sola
non può frenar d’un popolo la gola. —
22
     Rispose allor Marfisa: — A modo mio
la vorrò sempre; non son piú ragazza.
Perché ho mente e intelletto e spirto e brio,
dal volgo ignaro son creduta pazza;
ma se innocente sono appresso Dio,
non bado a’ pregiudizi della piazza.
Terigi, i maldicenti e le lor voci
io tengo dove soffiansi le noci. —