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canto undecimo 267

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     No, che non v’è ne’ romanzi del Chiarí
sorpresa a quella di Marfisa eguale.
Fece il viso d’un uom senza danari,
aprendo gli occhi e una bocca spannale.
Ferrali guarda e vuol che le dichiari
quella sorpresa fuor del naturale,
e sol trasse da lei quell’africante:
— Oh, cospetto di Dio, questa è galante!
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     Può fare il ciel — soggiungea la bizzarra
fuori di sé, né sa d’esser udita
— che senza aver riguardo alla caparra,
egli abbia si vii giarda stabilita?
Questo sarebbe saltare ogni sbarra!
Non è possibil, scommetto la vita;
traveggo, non è ver, non sará desso,
e vo’ serbarmi a vederlo dappresso. —
81
     Ferrati, maggiormente curioso,
replica le richieste tuttavia.
Disse la dama: — Io son un po’ dubbioso
di conoscer colui; ma andiamo via. —
Ferravi, ch’era un pagan generoso,
soggiunse: — Questa sera, in cortesia,
nel mio palchetto a teatro verrete
alla commedia e l’ore passerete. —
83
     Disse Marfisa: — Volontieri accetto
e vi ringrazio della esibizione;
anche mia moglie condurrò al palchetto,
perch’abbia un poco di ricreazione;
ma vo’ per grazia e jjer aver diletto
e per far bella la conversazione,
che voi facciate al palco anche venire
quel ciarlatan che vende l’elisire. —