Pagina:Gozzi - La Marfisa bizzarra.djvu/289

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canto undecimo 279

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     Lasciando il paladino a gambe alzate,
trova la scala senza chieder scusa;
Rugger, che cerimonie ha immaginate,
si rizza con la mente assai confusa.
Entra nel palco, e vo’ che giudichiate
se rimanesse con la testa busa:
Marfisa e Ipalca son senza bauta,
e tutta è sbottonata la svenuta.
128
     Ferrali carta alla lumiera accende
ed alla dama suflfumigia il naso;
l’entrata di Rugger nessun comprende,
perché son tutti stolidi del caso.
Rugger conosce ognun, ma nulla intende,
e duro duro nel palco è rimaso;
rinvien Marfisa, e tutti tre in un punto
iscopron Rugger, ch’era qui giunto.
129
     Ferravi con un «oh!» d’ammirazione
volle abbracciar l’amico e a mezzo resta;
Marfísa con un «ah!» di soggezione
rimase con la faccia bassa e mesta;
Ipalca con un «uh!» di confusione
si cacciò la bauta sulla testa;
Ruggero con un «ch» si morse un guanto,
ed io coir ipsilon termino il canto.



finb del canto undecimo