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Rinaldo (perché aveva poca entrata,
piacendogli le donne e la bassetta
e il vin, che ne beeva una fregata,
sicch’ogni dí sembrava una civetta)
a Montalban fatto avea ritirata,
facendo vender senza la bolletta
acquavite, tabacco ed olio e sale
e vin contro la legge imperiale. 24
S’erano i gabellier molto provati
a condur pe’ trasporti la sbirraglia;
Rinaldo avea sbanditi e disperati
che facevan co’ sassi la battaglia:
onde se n’eran sempre ritornati
senza poter oprar cosa che vaglia.
Carlo chiudeva un occhio e gli era amico
pe’ buon servigi suoi del tempo antico. 25
Cosí Rinaldo un util grande avea
e s’aiutava i vizi a mantenere;
ma il troppo vino, ch’ogni dí bevea,
l’inebbriava, ed era un dispiacere;
perché Clarice sua talor volea
fargli l’ammonizion ch’era dovere,
ed egli bestemmiava come un cane
e le dicea parole assai villane. 26
E minacciava un divorzio di fare,
poi la mandava alla rocca ed all’ago.
La poveretta lo lasciava stare,
e in un canton facea di pianto un lago.
Ed egli si metteva a berteggiare.
— Cosí, ben mio — dicea, — quel pianto pago: —
e colle fanti in sul viso di lei
faceva cose ch’io non le direi.