Pagina:Gozzi - La Marfisa bizzarra.djvu/303

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canto duodecimo ed ultimo 293

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     Tu vedi in che consiste ogg^i la gloria,
che un di coH’eroismo s’acquistava.
Fosse pur fanatismo: alla memoria
ho che in util del popolo tornava.
Or un tuppè, un vestito è una vittoria
a’ nostri stolti paladin di fava;
e l’oriuol co’ dondoli e la dama
e un bel convito lor dá pregio e fama.
48
     Certa ignoranza, certa nebbia folta,
cert’ozio, certa voluttá brutale
occupa tutti, fa ogni mente stolta;
e una certa ingordigia universale,
che han tutti a voler tutto in una volta,
per satollarsi, vada bene o male.
Debito 1 amor, inganno e mal francese
fa pien di disperati ogni paese.
49
     Rilieva il segno de’ gran disperati
dalle campagne, d’assassin covili,
da que’ tanti da lor stessi impiccati,
da que’ che balzan giú da’ campanili.
Forse i Scevole e i Curzi son tornati?
Cerca i moventi e saran lordi e vili,
che il troncar la credenza sopra il tetto
ha sempre cagionato un tristo effetto.
50
     Tant’è, Morgante; stiam costanti e fissi,
trapassiam della vita l’ultim’ore;
e morendo co’ nostri ’crocifissi,
speriam trovar di lá vita migliore.
Io dirò sempre: — Ciò che scrissi, scrissi. —
E qui piangeva il roman senatore.
Anche il gigante gli occhi imbambolava,
seguendolo alla staffa, e singhiozzava.