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298 la marfisa bizzarra

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     Non bisogna sprezzar l’esperienza
de* secoli trascorsi ed il sapere,
e credi che l’antica sapienza
mestier non ha di moderno brachiere.
Togli per infallibile sentenza
la favola di Mida e del barbiere,
che al bucolin degli orecchioni grida,
donde nacquer le canne dalle strída.
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     Filinor ode il sordo mormorio:
per le botteghe faceva il leprone,
gli occhi ha incantati e pavidi, e pur brio
tenta mostrar, che ha in cor la sua lezione.
Timor di morte alfín piú che di Dio,
scorgendo bieco il guardan le persone,
lo fece diffidar del suo sistema:
volle fuggir per sua miseria estrema.
69
     Fermato vien dalla sbirraglia: allora
la fuga alla condanna fu sigillo.
Lo scellerato, d’ogni speme fuora,
in modo s’avvili ch’io non so dillo.
Giá data è la sentenza ch’egli mora,
con quel timo condita e quel serpillo,
ch’essendo uscito di nobil casato,
fosse per somma grazia dicoUato.
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     Cosi la filosofica alta idea,
che resiste a’ martelli e alle tenaglie,
men valse della opinion plebea
ridicola, che parlin le muraglie;
e Filinor, che il ciel sprezzar solea,
or fra due cappuccini e le gramaglie,
pallido, sbigottito e tutto fede,
avemarie dimanda a chi lo vede.