Pagina:Gozzi - La Marfisa bizzarra.djvu/83

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canto terzo 73

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     Le risa appena trattien Bradamante:
se stava ferma, guastava la cosa;
donde rizzossi con atto arrogante
e mostrò di partirsi disdegnosa.
Rugger mostrossi irato nel sembiante,
e disse: — O Dio, quando averò mai posa?
Non mi potete dar maggior sciagura
di questa ch’ora provo né piú dura. —
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     E terribil volgendosi a Marfisa,
disse: — Aprite gli orecchi a quel ch’io parlo.
Non sará mai la famiglia di Risa
tal parentado possa sopportarlo;
se tentate avvilirla in cotal guisa,
e un gabellier cognato a Rugger farlo,
dico che prima voi sarete appesa,
sorella cieca e sorda e pazza resa. —
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     Qui le risposte, il fracasso e le gjida
furono orrende fuor d’ogni pensiero,
e piú Marfisa al suo Terig^ è fida,
quanto l’aborre e disprezza Ruggero.
Dicea Ruggero: — Prete, mala guida —
a Guottibuossi, — io non son si leggero,
che non intendo questo guazzabuglio
esser pretino fetente garbuglio.
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     Ma i preti si dovrieno all’etá nostra
porgli in catena a biscottel muffato,
che in tutto voglion far di loro mostra,
dimenticando il sacro chericato. —
Don Guottibuossi pur la zucca prostra
due o tre volte e sta mortificato,
e poiché fino al finocchio ha consunto,
gli parve alior di ragionare il punto.