Pagina:Gozzi - La Marfisa bizzarra.djvu/88

Da Wikisource.
78 la marfisa bizzarra

3
     Cadeva uno, apoplettico d’un colpo:
diceano: — Questo succeder dovea:
egli avea membra strane come il polpo;
tal macchina sussister non potea. —
Alcun diceva: — Io veramente incolpo
la vita solitaria che tenea.
Per viver molto e godere e star bene,
perdio! passarla come noi conviene. —
4
     A’ sacerdoti che dicean da vero:
— Segni son dell’etema providenza, —
dicean col viso ironico e severo:
— Dice pur ben la Vostra Riverenza! —
Le femminette con umil pensiero,
e i dozzinali mostravan credenza;
ma tuttavia la carne ed il rubare
né men per questo si vedea lasciare.
5
     Ma ciò che piú di tutto fa stupire
è che i ragionamenti piú divoti
e piú morali e santi in sul garrire,
gli accigliamenti a tempeste e tremuoti,
il chiamar quelli «giuste celesti ire»,
il far digiuni, il far proteste e voti,
e l’annodar dell’una all’altra mano,
fossero azion del traditor di Gano.
6
     Non so se i nostri tempi sien diversi;
se non lo sono, Dio voglia che siéno.
Prima da’ paladin solea volersi
per un buon segno sin l’arcobaleno,
e per castigo soleva tenersi
la troppa pioggia ed il troppo sereno,
e sin l’aere che il fummo sparpagliava.
Nessun de’ paladin cosí pensava.