Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu/112

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xciv prefazione.

ossuario (scrive Vittorio Imbriani) fur depositati alla rinfusa gli scheletri scompaginati di credenze antichissime ed in cui ravvisi personificazioni dei fenomeni naturali e delle passioni umane, e la manifestazione fantastica di quel panteismo spontaneo, che fu forse il primo pensiero religioso della nostra razza.1» Vi accenna il Gozzi chiaramente nel Mostro Turchino:

Son l’ombre, i mostri, i cambiamenti e l’Idre,
I flagelli, le morti e le vittorie
Che voi vedeste in questo vostro regno
Alte dottrine, allegorie, che un giorno
Molto avean pregio......2

Ma una volta fermate codeste fiabe nella forma drammatica e nei fini particolari dell’arte poetica del Gozzi poco gioverebbe sapere, per esempio, che la principessa addormentata dell’Augellin Belverde significava nell’antica fiaba, da cui in parte deriva, la Terra addormentata dall’Inverno, e lo sposo, che verrà a ridestarla, rappresentava il sole primaverile, e via dicendo. Quanto a determinare tutte le allegorie, che oltre alle confessate apertamente dal Gozzi si potrebbero scoprire nelle sue Fiabe, mi pare che l’esempio dato da Gaspare nel suo articolo sull’Amore delle Tre Melarance dimostri chiaro che, a non voler fantasticare ad arbitrio, un simile commento non può

  1. Imbriani, Op. cit.
  2. Vedi nel Vol. 2, Atto V, Scena VI, pag. 304.