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prefazione. | cxv |
il Gozzi, si chiuderanno in un egoismo feroce; deificata la ragione, vorranno l’impossibile, i pomi che cantino, l’acqua che suoni e balli. La buona e vecchia morale è personificata in Calmon, un eroe del Cunto de li Cunte, che di statua ridiventa uomo, di petrificato ridiventa attivo, e libera le vittime della filosofia dalle miserie, nelle quali sono piombate senza sapere più come levarsene. Meglio assai che nella dubbia profezia della Marfisa Bizzarra, Carlo Gozzi dimostra il presentimento della prossima rovina della Repubblica in questa sua avversione ad ogni novità, dalle commedie del Goldoni, che irridono i nobili e atteggiano civilmente il popolo sulla scena (quel protagonista futuro, rimasto sempre in disparte nella storia di Venezia), fino alle dottrine enciclopedistiche, che scompaginano le antiche armonie religiose e morali, fino alle prosuntuose scienze fisiche, che spiegando fenomeni e riparando sciagure sembrano volersi sostituire alla Provvidenza nel governo del mondo.1 Il Gozzi avverte la decadente
- ↑ Notevolissima su questo argomento è una satira di Carlo Gozzi, premessa alla sua traduzione delle Satire del Boileau e intitolata: Astrazione del Traduttore. Vedi le
sinvoltura, interpretare lo spirito delle leggi quanto il Montesquieu. Altro che Frusta Letteraria!» V’ha qui già tutto intero il Truffaldino dell’Augellino Belverde e il Gozzi, Accademico Granellesco, sentiva bene che v’era qualche cosa di più urgente, che restaurare il buon gusto letterario. Vedi il citato articolo del Conte Avv. Gaspare Gozzi. (Archivio Veneto, Tom. III).