Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu/186

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clxviii prefazione.


fuori il Signor Michele dall’Agata che brama di riverirla. Nel mio entrare ho avuto timore che la povera Galiziani scoppi dal ridere sul franco sbaglio di quella femmina.

Uscito da quella visita m’incontrai sul ponte S. Lorenzo nel celebre Professore d’Astronomia Toaldo. Egli conosceva me perfettamente, com’io conosceva perfettamente lui. Lo salutai, ed egli guardandomi, si trasse il cappello con gravità, e dicendomi: Addio, Michele, e passando oltre pe’ fatti suoi. La eterna insistenza di questo sbaglio m’aveva quasi ridotto a credere d’essere Michele. Se quel Michele avesse avuti de’ nemici brutali, vendicativi, avrei avuto occasione di non ridere d’esser preso per Michele.

Una sera, che faceva gran caldo, splendeva una luna bellissima, a tal che la notte pareva giorno. Passeggiava cercando fresco e discorrendo col Patrizio Francesco Gritti nella piazza S. Marco.

Ho udita una voce gridare dietro di me dicendo: Che fai tu qui a quest’ora? Che non vai a dormire, pezzo d’asino? Il dir ciò e il darmi due calzanti pugni nella schiena fu tutt’una cosa. Mi volsi per fare una mia vendetta, e scorsi il Patrizio Cavalier Andrea Gradenigo, il quale guardandomi prima attentamente, mi disse poscia: Scusi, avrei giurato, ch’ella fosse Daniele Zanchi. Ci fu qualche cerimonia sulle pugna e sul titolo d’asino che aveva ricevuti per esser stato creduto un Daniele, con cui il Cavaliere doveva avere una confidenza da potergli dire asino e di darle (sic) de’ cazzotti per usargli una finezza domestica.

Nè meno stravagante fu il caso che m’avvenne sulla mia considerata somiglianza. Essend’io con Carlo Andrich mio buon amico discorrendo sulla piazza S. Marco un giorno serenissimo, vidi un greco co’ baffi, vestito alla lunga con una berretta rossa in capo, il quale aveva seco un ragazzo vestito alla sua stessa maniera. Quel greco vedendomi, corse allegro verso me, e dopo avermi abbracciato e baciato con gran trasporto, si volse al ragazzo dicendogli: via, ragazzo baciate la mano qui al vostro zio Costantino. Il ragazzo mi