Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu/190

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clxxii prefazione.

degli eroi del Cunto de li Cunte, sempre sorpresi tra via da questi scherzi del destino. A chi è mai accaduto nulla di simile, chiede il De Musset? E la Vernon Lee ci ride su, per conchiuderne che evidentemente la vecchia casa dei Gozzi era abitata da tutti gli spiriti folletti delle Lagune, e che eran’essi che governavano a posta loro l’ingegno e tutta la vita di Carlo Gozzi.

Come furono lieti gli anni passati dal Gozzi, scrivendo le Fiabe, e in compagnia delle vezzose donne,1 delle Maschere e degli attori della Compagnia Sacchi! Erano gli ultimi sorrisi della sua giovinezza, ed anche riscrivendone da vecchio, non può mai staccarsi da quei ricordi e li descrive, e li torna a descrivere, e ripubblica i brindisi cantati negli allegri simposii coi comici in casa del Sacchi2 e si richiama a mente ogni nome, ogni

  1. L’amante del Gozzi era allora, dicesi, una nipote del Sacchi, valente attrice, conosciuta nell’Arte col nome di Chiaretta.
  2. Nel Canto Ditirambico, più volte citato, è descritta la polenta mangiata in casa del Sacchi e tutti gli attori e le attrici, che stanno attorno al tagliere fumante inneggiando a quel ghiotto piatto, che era una delle bravure del gran Truffaldino. Forse del Canto Ditirambico del Gozzi s’è ricordato il Coppola (Pompiere) nella sua Canzone della Polenta scritta per la società dei Polentoni di Parigi.
    In certe Memorie manoscritte del Consigliere Giovanni Rossi, che trovansi nella Bibliot. Marciana di Venezia (Ital. Classe VII. Cod. 1396. — Vol. 11, da carte 21 a 31) si parla a lungo, e senza novità, delle lotte fra il Chiari, il Goldoni ed il Gozzi e si ricordano le meraviglie dalla Compagnia del Sacchi. Il Rossi soggiunge di essere arrivato a