Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu/304

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82 il corvo.

     Or per la Reggia i miei fidi ministri
     Mesto e pensoso l’han veduto andarsi,
     E come fuor di sè. Sospiri e lagrime,
     Affannosi sospiri, e pianto amaro
     Versar dagli occhi, indi celarsi invano.
     Deh mi togliete un sì barbaro peso
     Da questo sen; tutto narrate, e datemi
     A un colpo sol la morte.
     Arm. Io non vi niego,
     Millo, le stravaganze usate, e questo
     Sospirar, lagrimar, che mi narrate,
     Sospettosa mi rende. Del cor mio
     Render posso ragion. Millo, io v’adoro,
     E, se v’inganno, un fulmine dal Cielo
     Caggia su questo capo. Per le nozze
     Pronta son. Più verace e chiaro pegno
     Dell’amor mio non saprei dare ad uomo.
     Strano vi parrà forse un così forte,
     Ed improvviso affetto, una sì salda
     Simpatia, ch’ho per voi, che romanzesca
     Sembra ed inverisimile. Di questa
     In gran parte è cagione il fratel vostro
     Che nel breve viaggio, che facemmo
     In questo dì, co’ più soavi modi,
     Co’ più vìvi colori, e con favella
     Seducente, di voi sempre parlommi;
     E la bella presenza, e i dolci modi,
     E il cor sincero, e l’indole costante
     Mi dipinse anelando, e a tal, che prima,
     Ch’io vi vedessi, era di voi ferita,