Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu/445

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atto primo 223

     Benchè nato in grandezza. Un’alma forte
     Tutto de’ sofferir. De’ ricordarsi,
     Che, a petto a’ Numi, ogni Monarca è nulla,
     E che costanza, e obbedienza solo
     Ai decreti del Ciel fa l’uom di pregio.
     De’ Carazani al Re fummo, ed in Corte
     Nei più bassi servigi m’adattai
     Per sostenere i genitori. Adelma,
     Del Re Cheicobad de’ Carazani,
     Avea di me qualche pietade, e parmi
     Poter assicurar, ch’ella sentisse
     Più, che pietà per me. Co’ sguardi suoi
     Parea, che penetrasse, ch’io non era
     Nato, quale apparia. Ma non so, quale
     Puntiglio il padre suo mosse a far guerra
     Ad Altoum, Gran Can qui di Pechino.
     Stolti furo i racconti, che dal volgo
     Venieno fatti per tal guerra, e solo
     So, che fu ver, che ’l Re Cheicobad
     Fu vinto, e desolato, e che fu estinta
     Tutta la stirpe sua, che Adelma stessa
     Morì in un fiume. Così fama sparse.
     Anche da’ Carazani via fuggimmo
     Per fuggir strage, ed il furor di guerra.
     Dopo lungo patir giugnemmo a Berlas
     Laceri, e scalzi. Ma che più dir deggio?
     Non istupir. La madre, e ’l padre mio
     Alimentai quattr’anni al prezzo vile
     Di portar sopr’agli omeri le casse,
     Le sacca, ed altri insofferibil pesi.