Invano tenti spaventarmi. Care
Rosate guance, amabili pupille,
Ridenti labbra! oh fortunato in terra
Chi di sì bel complesso l’armonia
Animata, e parlante possedesse! (sospeso alquanto,
poi risoluto)
Barach, non palesarmi. È questo il punto
Di tentar la fortuna. O la più bella
Donna, che viva, e in un possente Impero,
Disciogliendo gli enigmi, a un tratto acquisto,
O una misera vita, divenuta
Insofferibil peso, a un tratto lascio. (guarda il ritratto)
Dolce speranza mia, già m’apparecchio
Vittima nuova a dispiegar gli enigmi.
Abbi di me pietà. Dimmi, Barach;
Là nel Divano almen, pria di morire,
Vedranno gli occhi miei l’immagin viva
Di si rara bellezza? (udirassi un suono lugubre
di tamburo scordato dentro le mura
della Città, e più vicino della prima volta.
Calaf si porrà in attenzione. Vedrassi innalzarsi
per di dentro sulle mura un orrido
carnefice Chinese con le braccia ignude, e
sanguinose, che pianterà il capo del Principe
di Samarcanda, indi si ritirerà)
Bar. Deh mirate
Prima, e v’inorridite. È quello il teschio
Del Principe infelice ancor fumante,
Di sangue intriso, e quel, ch’ivi lo fisse