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250 Turandot

     Compassione in questo sen. Costui
     Mi fa pietà.
Zel. (basso) Di tre facili enigmi
     Lo caricate, e terminate ornai
     D’esser crudel.
Tur. (con sussiego, basso) Che dici! La mia gloria!
     Temeraria, tant’osi?
Adel. (che avrà osservato Calaf attentamente, da se)
     Oh Ciel! che miro!
     Non è costui quel, ch’alla Corte mia
     De Carazani un dì vil servo io vidi,
     Quando vivea Cheicobad, mio padre?
     Principe è dunque! Ah ben mel disse il core,
     Quel cor, ch'è suo.
Tur. Principe, desistete
     Dall’impresa fatale. Al Cielo è noto,
     Che quelle voci, che crudel mi fanno,
     Son menzognere. Abborrimento estremo
     Ch’ho al sesso vostro, fa, ch’io mi difenda,
     Com’io so, com’io posso, a viver lunge
     Da un sesso, che abborrisco. Perchè mai
     Di quella libertà, di che disporre
     Dovria poter ognun, dispor non posso?
     Chi vi conduce a far, ch’io sia crudele
     Contro mia volontà? Se vaglion prieghi,
     Io m’umilio a pregarvi. Desistete,
     Principe, dal cimento. Non tentate
     Il mio talento mai. Superba sono
     Di questo solo. Il Ciel mi diè in favore