Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu/541

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atto quinto 319

     Io vi chiedo perdon, se chieder dessi
     Perdon d’amar chi s’ama.
Alt. Ella non merta.
     Figlio, sommesse espression. È tempo,
     Ch’ella s’umilj alfin. S’innalzi il suono
     Degli allegri strumenti, e ’l nodo segua.
Tur. No, non è tempo ancor. Maggior vendetta
     Non posso aver, che far con apparenza
     L’animo tuo sicuro, in calma, e allegro,
     Per poi scagliarti inaspettatamente
     Da letizia ad angoscia, (si leva in piedi) Ognun m’ascolti.
     Calaf figlio a Timur, dal Divan esci.
     Questi i due nomi a me commessi sono.
     Cerca altra sposa, e Turandot impara
     Quanto sa penetrar, misero, e trema.
Cal. (attonito e addolorato) Oh me infelice!...
     oh Dio!
Alt. (sorpreso) Dei, che mai sento!
Pant. Sangue de donna Checa, che la ne l’ha
     fatta in barba, Cancellier!
Tart. Oh Berginguzino! questa cosa mi passa
     l’anima.
Cal. (disperato) Tutto ho perduto. Chi mi dona aita?
     Ah, nessun può aiutarmi. Io di me stesso
     Fui l’omicida, e perdo l’amor mio
     Per troppo amor. Io potea pur errore
     Far negli enigmi ieri: or questo capo
     Tronco sarebbe, e l’alma mia spirata