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4 memorie inutili


Sono scritti divisi in capitoli facetamente e comicamente al possibile, perch’io non mi sono mai giudicato persona seria e d’importanza.

Non mi costrinsi a proccurare di scriverli coll’esattezza, col sapore e colle grazie della nostra lingua, un giorno tanto in pregio e ridotta omai un bastardume da non poter più legittimarla.

Il miglior capitale che contenga il mio libro è una candida verità, la qual verità può accrescere in me, per avventura, argomento d’umiliazione per il giudizio degli uomini inclinati alle cose sublimi.

Scrissi soltanto le memorie della mia vita, delle mie debolezze e degli errori miei, che furono molti, perch’io non scrivo le memorie della vita, delle debolezze e degli errori altrui, che non so quanti sieno, salvo ciò ch’ebbe con me relazione.

Siccome dall’anno 1780 Dio m’ha lasciata la respirazione sino all’anno 1797 in cui siamo, abborrend’io l’ozio, mi intrattenni scrivendo anche un terzo tomo, nel quale, oltre alle memorie della mia vita posteriori a quelle de’ due primi tomi, inserisco la mia romorosa commedia intitolata: Le droghe d’amore, che io realmente trassi da una commedia di Tirso de Molina scrittore spagnuolo, intitolata: Celos con celos se curan, riducendola io ad uso de’ nostri teatri, insin dal dicembre 1775. Infelice commedia per sé, ma fatta romorosa dalle altrui mal suscitate collere, dalle altrui fanciullesche sospettose imprudenze, dalla altrui cecità, da’ malnati altrui maligni sopraffattori puntigli e maligne vendette, e dalla altrui esosa venalità; le quali cose si leggeranno, da chi vorrà leggerle, in tutta la loro estensione, con tutti gli aneddoti non ancora palesi e tutta la ingenuità, nel secondo tomo delle mie insulse Memorie.

Non si troveranno nell’opera mia, né tratti d’un livore che non ho mai avuto, né turpi ritratti, né vocaboli infamatori.

Arrossirei se avessi lordati i miei fogli con simili brutture e laidezze, le quali dinotano un disperato d’animo, ebbro d’ira, ineducato, vendicativo, basso e feccioso, in chi ha, non solo