Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/211

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parte prima - capitolo xxxiv 205


Quantunque ella non fuggisse di frequentare i teatri né fosse ingiusta al segno di non accordare al Goldoni quella porzione di merito che se gli conveniva sulla materia scenica, a differenza del Chiari di lui emulo, a cui concedeva poco o nonnulla, ella non poteva guardare che con occhio di ridente commiserazione sulle tavolette delle signore, sopra a’ scrittoi de’ signori, sui banchi de’ bottegai e degli artisti, tra le mani de’ passeggiatori, nelle pubbliche e private scuole, ne’ collegi e persino ne’ monasteri le commedie del Goldoni, quelle del Chiari co’ suoi romanzi, e mille poetiche trivialitá e bestialitá di que’ due logoratori di penne, come specchi d’ottima riforma e come esemplari per ben pensare e per scrivere colla vera eleganza.

Non si scandalezzi nessuno s’io riferisco una veritá udita con gli orecchi miei propri.

Un certo abate Salerni, veneziano, predicatore evangelico, che tuonava quaresimali da’ pergami e che aveva un torrente di ascoltatori, disse un giorno, con una soda albagia, che per scrivere e comporre i suoi fortunati sermoni sacri egli leggeva indefessamente le commedie del Goldoni.

Per dire qualche cosa della spezie che a me facevano que’ due diluvi d’inchiostro, Goldoni e Chiari, dal canto mio, colla coscienza purgata e colla veritá sulla penna dirò ch’io trovava nel primo molte immagini comiche, della veritá, della naturalezza; ma delle meschinitá d’intreccio; la natura copiata materialmente, non imitata; le virtú e i vizi spesso mal collocati, sovente il vizio trionfatore; de’ lordi plebei equivoci, massime nelle commedie sue nazionali; de’ caratteri caricati; delle sconnesse erudizioni rubacchiate e innestate con poco proposito, ma per imporre alla moltitudine degl’ignoranti; e soprattutto uno scrittore italiano (levatolo dal dialetto veneto del volgo nel quale era dottissimo) da porre nel catalogo de’ piú goffi, bassi e scorretti scrittori del nostro idioma.

Checché ne dicano gli elogi proccurati, prezzolati, volontari o del fanatismo parziale de’ giornalisti, de’ gazzettieri, de’ prefazionatori, de’ romanzieri, degli apologisti o de’ Volteri, quel comico autore, salva la sua commedia da lui composta a Parigi del