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228 parte prima - capitolo xxxiv

essendo avversa (come si può rilevare da’ nascenti parti suoi) alle infinite massime sparse dalla contagiosa scienza del secolo, alla rovesciata morale di mal esempio e d’incentivo attissimo ad ammutinare l’umanitá subordinata.

Tutto ha sempre servito a farmi studiare il genere umano, né vado soggetto gran cosa ad alterazione o alla meraviglia sopra a ciò che vedo succedere, né se talora scorgo la prudenza in necessitá d’operare contro a lei medesima, per troncare de’ mali maggiori, a’ quali sono paratissimi i cervelli sovvertiti e in tumulto nel bulicame della nostra specie.

I granelleschi furono dipinti molesti, maldicenti, indiscreti ed ingiusti. I loro fogli mensuali furono predicati, iniquamente, pidocchiosi tentativi del bisogno, e non furono chiusi gli orecchi in tutto alle ipocrite calunniose querimonie ed agli uffizi privati de’ torcicolli, ch’ebbero il vigore e l’industria d’accendere sino la gelosia nelle rispettabili giurisdizioni contro a quegli Atti, tutori della sempre orfana veritá, minaccevoli, ma ingenui ed innocentissimi. Il furore contro quelli fu grande, e fu la prudenza che ricise il corso loro.

Le dette scaramuccie letterarie, che incominciarono l’anno 1757 dalla mia Tartana e che seguirono sino l’anno 1761, formarono i gradini che mi condussero a ordire de’ capricci scenici.

Oltre a che le accennate questioni avevano pregiudicato alquanto all’opere teatrali in andazzo de’ due poeti Goldoni e Chiari, essendo quelle guardate con minor cecitá di fanatismo, la pace fatta tra essi aveva terminato di raffreddare i loro letterari interessi.

L’emulazione che ardeva prima tra loro e le critiche che si facevano l’un l’altro, avevano riscaldati e fatti bollire due partiti divisi d’opinione, che con le gare erano stati fruttiferi.

Non s’era veduto giammai partito diviso in una tanto inconcludente materia, con maggior susurro, né con maggior ingiustizia. Dico ciò in favore del Goldoni, e per poco onore delle umane geniali intelligenze e dell’umano discernimento.

Quella pace e quella lega offensiva e difensiva de’ due poeti teatrali contro gli accademici granelleschi, partorí la conseguenza