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parte seconda - capitolo ix 291


La Ricci rappresentò quella parte eccellentemente, e ricevé tuttavia tutti que’ sgarbi che doveva aspettarsi da un pubblico mal prevenuto. Il Fajel si è replicato, ma sempre co’ primi sgarbi verso la Ricci innocente. A questo colpo ella sembrava agli occhi dell’universale sprofondata in un abisso da non poter piú risorgere.

Le comiche sue compagne esultavano della sua disgrazia. Io rideva ed entrava ancor piú nel puntiglio mio per giustizia. Incominciai da quel punto a conoscere l’indole di quella giovine attrice svelatamente.

Impetuosa e fervida di temperamento e ambiziosa per se medesima come un Lucifero, ella fremeva, piangeva, entrava nel letto colla febbre leonina, bestemmiava il momento in cui aveva accettato di entrare nella compagnia del Sacchi e di venire a Venezia. Copriva per quanto poteva l’origine delle sue smanie con de’ riflessi sopra la sua famiglia, sopra una sua nuova gravidanza, sopra la sua povertá. I miei conforti non erano da lei ascoltati, quantunque fossero lusinghieri e ragionevoli.

Fu allora che, avendo conosciuto il di lei carattere, composi il mio dramma della Principessa filosofa, per formarle una parte che stesse bene al suo dosso.

Letta da me quell’opera a tutta la comica assemblea, si proruppe nelle consuete eccessive lodi e nella consueta esultanza. In un momento in cui si andava disegnando un congedo a quella valente sfortunata giovine, come a una persona disutile all’erario comico (congedo ch’ella desiderava per uscire da un bosco di dispiaceri, e congedo contemplato con interno giubilo dalle di lei comiche compagne, che non mancavano però di appiccarle dei baci sviscerati), spiacque a queste un nuovo mio dramma proposto, in cui la parte principale e grande, da me destinata alla Ricci, poteva per avventura farle acquistare ciò ch’ella aveva perduto nel pubblico favore.

I garbugli secretamente orditi perché non entrasse in iscena il mio dramma donato della Principessa filosofa furono infiniti.

Le particolari passioni che sono la rovina delle famiglie e talora de’ Stati, lo sono decisamente delle societá comiche. Per