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350 memorie inutili


Quel vecchio bestiale, che stava leggendo con gli occhiali sul naso, alla mia riferta cominciò il suo ringraziamento dal bestemmiare e dal dare delle pugna orrende sulla tavola a cui sedeva, come s’io l’avessi castrato. Gridò sopra la ingorda pretesa d’una femmina, che non aveva altro merito, diss’egli, che quello che le aveva dato la parte del mio dramma della Principessa filosofa.

— Come? — diss’io ridendo a tale animalesca furia — ho fatto ciò che mi pregaste di fare col pieno arbitrio che mi deste, ed ho creduto di non far male. Se non volete firmare la carta, laceratela, ch’io non ci penso e non costringo nessuno.

Egli mi fece la grazia di rientrare in se stesso, di chiedermi scusa e di firmare la scrittura. Aggiunse però: — Tutte le comminatorie del mondo non valeranno con la testa di quella donna. Ella vedrá, signor conte, delle novitá vergognose ben presto, con tutte le firme e le comminatorie di pene. La supplico della caritá di farsi dare parola di non mancare e di non far scomparire la di lei rispettabile mediazione. Ella è di lei compare; quella femmina è obbligata a lei della sua buona comparsa, dei suoi avanzamenti, e dovrebbe esser grata e avere de’ riguardi e della soggezione. Spero soltanto in ciò.

Consegnai la scrittura alla Ricci, pregandola a non farmi scomparire con delle inoneste novitá. Ella me lo promise; sembrava tranquilla, dicendo soltanto qualche mutilata parola di mal contentamento sul legame de’ cinqu’anni.

La di lei nuova abitazione, posta in luogo recondito e di nessun passaggio di gente, continuava ad accrescer forza alla maldicenza de’ suoi nimici sopra alla sua riputazione. Si diceva che in alcune ore a proposito ella ricevesse alcune visite clandestine e sospette, e mille ribalderie.

Sapeva ch’ella era malignata da alcune persone e giudicava che la maggior parte delle ciarle offensive uscissero da quelle. L’opera mia l’aveva ristabilita in ottimo credito. Parevami che le maldicenze offendessero piú me che la Ricci. Si rida del mio sciocco puntiglioso eroismo da cavaliere errante per una comica. Combatteva con tutti per la mia difesa e per difesa della