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256 | memorie inutili |
avvenuto per gli entusiasti ambulanti co’ piedi all’aria che ognora adularono le di lui leggerezze, e che alla di lui minacciata Narrazione libellatrice, vendicativa finale della lunga serie delle di lui imprudenze, consigliarono, al contrario dei buoni prudenti amici, ululando: — Bravo amico! fai bene, ti si conviene di farlo, — troncando cosí a loro medesimi la speranza per sempre di rivedere, abbracciare e baciare un amico da lor amato d’un amore infinitamente peggiore dell’odio.
Io non so ben bene, Memorie mie, se queste stravaganze naschino dal camminare, dal pensare e dal vedere a rovescio; da una frenesia, dal fanatismo, da un mal animo o da una mira di fetentissimo mercimonio librario.
Ho scritta una Lettera confutatoria sin dal giorno venticinque d’ottobre dell’anno 1780 sopra a quanto il mal consigliato Gratarol procelloso nell’ira ha proccurato di far credere al mondo di me nella sua Narrazione, colla deliziosa immagine d’infamarvi, stimolato da’ consigli di alcuni prudenti, ch’egli ha considerati di lui «amici meridionali».
La discrezione che si deve usare verso ad un uomo sventurato, che fatalmente non è piú tra i vivi, m’aveva fatto risolvere a strappar questa Lettera confutatoria dal volume di voi, Memorie mie, e di tenerla chiusa ed inedita; ma la indiscrezione insistente nell’ingiuria che mi si fa col volere ostilmente sostenere ch’io ho esposto alle pubbliche risa sopra una scena nella mia commedia intitolata: Le droghe d’amore, per una puerile mia passione, quel commiserabile ora defunto, mi fa risolvere a pubblicare anche quella lettera in vostra compagnia. Sia giudicata la indiscretezza dalla parte dov’ella alberga.
Mi lusingo che se il povero Gratarol vivesse, com’io vorrei, e leggesse il mio Manifesto, le mie Memorie e la mia Lettera confutatoria, egli diverrebbe molto piú discreto verso me che non sono i fanatici suoi «amici meridionali». Non mi lusingo giá che le medesime letture instillino discrezione e purghino le teste d’alcune serpi vaghe di ravvivare e disotterrare delle immondezze sepolte e scordate, colla deliziosa immagine di usare un’eroica azione.